La regina è la forza dell’alveare - da La vita segreta delle api di Sue Monk Kidd
Chiudo il libro di scatto, sento le api ronzare nella mia testa incessantemente. Che fastidio! Io ho sempre avuto paura delle api, ma questa volta è diverso, sembrano dire qualcosa di importante, non stanno solo battendo le loro flebili ali nel vento, parlano.
Riapro il libro. Chi voglio prendere in giro? Se dopo due pagine sento già la voglia matta di assaporare uno a uno i capitoli di un libro, di certo neanche uno sciame di api potrà impedirmi di continuare a leggere.
Lily, al buio, sdraiata sul suo letto tra decine di api che le sfiorano il viso, pensa. È l’estate del 1964, un’estate che cambierà completamente la vita di questa ragazzina di quattordici anni, ma io questo ancora non lo so. Pagina dopo pagina scopro notizie sempre più coinvolgenti, sto conoscendo una nuova amica, piccola, dolce, ma forte. Mi sento scossa, anch’io colpevole di quell’incidente che ha privato Lily di una madre. Torno indietro di dieci anni, sono nella camera mentre T-Ray e Deborah litigano per l’ennesima volta, vedo Lily carponi sul pavimento; una bimba bionda e paffuta che raccoglie da terra una pistola, incauta tra le urla dei genitori. Bang! Parte un colpo, d’istinto vorrei raccogliere da terra quel fagottino dai capelli d’oro e stringerlo al petto, ma tutto d’un tratto sono di nuovo nel presente.
In realtà non è il mio presente ma quello di Lily, dove lei non è più una bambina, ma una ragazzina, quasi una donna. La vedo seduta sul letto mentre Rosaleen, l’amatissima governante nera in un vestito estivo azzurro a fiori bianchi, le sta medicando le ginocchia rovinate dall’ora passata sui chicchi d’avena la notte precedente. Una delle maligne punizioni di T-Ray, un padre che in realtà non si dovrebbe definire tale per la sua crudeltà.
Lily e Rosaleen camminano vicine in città, la governante ha preso una decisione davvero importante: vuole registrarsi per votare. Ma sono gli anni del violento razzismo nel sud degli Stati Uniti; tre uomini si avvicinano alle due donne e uno di loro incomincia a insultare Rosaleen. Sento crescere l’indignazione, ma come Lily sono impotente. La donna versa il contenuto della sua sputacchiera sulle scarpe dell’uomo: ben gli sta! Sbruffone! Oddio, ma cosa succede? Incomincia una zuffa i tre uomini si avventano contro Rosaleen che si difende grazie alla sua mole, ma in pochi secondi lei è a terra, un rivolo di sangue le scivola sulla guancia. Vorrei cacciare con la forza quei tre teppisti e aiutarla a rialzarsi, ma è già arrivata la polizia. Ah, pagheranno per quello che hanno fatto!
Ma ancora una volta ho dimenticato che non siamo nel 2012, il poliziotto spinge in macchina Lily e Rosaleen, hanno disturbato la quiete pubblica. Che cosa? Sta scherzando vero? Ma non ha visto che la vittima è Rosaleen, quegli uomini le sono saltati addosso. Contesto, cerco di fermarlo ma il poliziotto fa come se non ci fossi e in effetti io non ci sono. In prigione Lily viene raggiunta da T-Ray che la riporta a casa, esco con lei ma Rosaleen rimane dietro le sbarre, quegli uomini torneranno e le faranno ancora del male, lo sento.
Guardo la mia nuova amica: torneremo a prenderla! Lily è in punizione e forse sua madre non l’ha mai amata, sediamo vicine sul letto. Ci conosciamo da poco ma sappiamo entrambe quello che dobbiamo fare: scappare! Prepariamo una sacca con vestiti, spazzolino e una cartina, una foto di sua madre e un quadretto di una Madonna Nera appartenuto a Deborah e usciamo.
Rosaleen è stata di nuovo picchiata e un taglio sulla fronte ne è la prova. Corriamo sulla strada, abbiamo una sola meta: Tiburon, Carolina del Sud, scritto dietro al quadretto della Madonna Nera. Lily spera di trovare qualcuno che riconosca l’immagine e che abbia conosciuto sua madre quando era ancora in vita. Dopo un viaggio in autostop e una notte passata nel fiume arriviamo a Tiburon, ma ora dove andiamo? Cerchiamo un segno che ci indichi la strada, ma nulla.
Siamo delle evase, nessuno vorrà aiutarci. Lily entra in un negozio per chiedere da mangiare e improvvisamente il segno tanto atteso arriva. Sullo scaffale c’è un barattolo di miele dorato e sull’etichetta è stampata un’immagine della Madonna Nera. Incredibile! Lily chiede al commesso da dove arriva il miele di quel barattolo e l’uomo ci spiega che la donna che lo produce si chiama August Boatwright e abita in una casa dipinta rosa shocking poco distante dal negozio. Esco anch’io dal negozio e sento un fremito nella pancia, forse questa donna conosceva Deborah. Arriviamo alla casa rosa, sento la curiosità crescere a ogni passo. Lily bussa alla porta, Rosaleen prega nervosa, spaventata. La porta si apre ed ecco tre donne, belle, scure, vive e sorridenti. Sono August, June e May Boatwright, tre sorelle apicultrici.
Entriamo nel soggiorno della casa rosa, sento un brivido sulla pelle, una corrente che mi risale la spina dorsale per poi scendere lungo le braccia, fino alla punta delle dita. “Siamo scappate da casa e non sappiamo dove andare”. Mi giro verso Lily che con la bocca ancora semi-aperta osserva, stupita quanto me delle sue parole, la reazione nei volti delle tre donne di colore. August riflette, posso sentire il rumore dei suoi pensieri che scorrono come un flusso d’acqua nella lavatrice, scossi e gettati sulle pareti senza via d’uscita. “Bene, potete restare qui”. Sgrano gli occhi, non posso crederci! Lily sorride sollevata, June sospira, si capisce che è contraria alla scelta della sorella. Ci guidano alla casa del miele, un piccolo casotto nel loro giardino pieno zeppo di attrezzi per l’apicultura che ospita due letti. Lily è una bugiarda nata, ha raccontato di essere orfana, in cerca della “zia Bernie” che vive in Virginia, senza soldi, si è proposta di lavorare per August. Perché non le ha detto la verità?
I giorni scorrono lieti nella casa rosa, lontani dalle violenze di T-Ray contro Lily e da quelle dei tre uomini contro Rosaleen. Sembra un paradiso! Solo alcune volte la pace viene interrotta dal canto di May, che, sconvolta per qualcosa, comincia a canticchiare Oh! Susanna.
Lily impara pian piano come comportarsi con la api, Rosaleen aiuta May in cucina, August dolce e disponibile non fa domande, June è sempre contrariata e io aspetto con impazienza che Lily chieda notizie di sua madre. Non possiamo vivere così per sempre, senza risposte, senza certezze, senza provare a scoprire la verità. Magari le tre sorelle del calendario non hanno mai conosciuto Deborah e ci siamo illuse inutilmente. Che sciocche! Sono nervosa e, nonostante questo posto infonda in me una sensazione di pace e tranquillità, ho paura. Paura che T-Ray possa comparite da un momento all’altro e portare via Lily e me senza aver prima scoperto qualcosa su sua madre, paura che quell’uomo malefico possa tiranneggiare ancora una volta la mia amica e infine paura che il destino abbia riservato a Lily una vita di soli tormenti. Non potrei sopportare tutto questo.
Sono passati otto giorni dal nostro arrivo, è il 13 Luglio. Esco con Lily dalla cucina, noto che corruga la fronte. Un Ford nera è parcheggiata sul vialetto. Lily si volta verso di me con un sorriso: “Oggi Zach torna al lavoro”. Giusto! Zach, il lavorante di August, tornava oggi dopo un viaggio dagli zii. Apriamo insieme la porta della casa del miele. Una figura alta con due spalle larghe e la vita stretta ancheggia come Elvis cantando Viva Las Vegas. Scoppio a ridere! Come se avesse sentito le mie risa si gira… Sono senza parole! È davvero un bel ragazzo, nero, con i capelli a spazzola e una fossetta sulla guancia. Sposto lo sguardo da Lily a Zach, si osservano, si studiano. Sento che nascerà presto un amicizia, sento l’attrazione di due poli opposti, il più e il meno, il bianco e il nero, sento la loro paura di non poter stare insieme proprio perché diversi. Ma li conosco ormai troppo bene, forti e determinati non li potrà separare niente, neanche il carcere, neanche quello che pensa la gente.
June invece spreca la sua fortuna. Neil, un uomo innamorato di lei da anni, le chiede di sposarlo ogni giorno e lei, spaventata dal passato e insicura di sé, lo respinge, spezzando tre cuori in un colpo solo: il suo, quello di Neil e il fragile cuore di May.
Zach è stato in prigione per aver difeso dei suoi amici, May si è suicidata per il dolore, June è cambiata, ha imparato ad amare e infine Lily ha deciso di dire tutta la verità. Aspettiamo August in camera sua, sedute sul letto. Quando entra nella stanza, Lily le mostra la foto di sua madre: “Sei il suo ritratto sputato” dice August e io sento il cuore cominciare a battere più velocemente, la curiosità crescere come un fiume dopo la stagione delle piogge. August aveva riconosciuto Lily come la figlia di Deborah Fontanel Owens dal primo momento che l’aveva vista, ma nessuna delle due aveva osato parlare fino a quel momento. August incomincia a raccontare di essere stata la governante in casa di Deborah e di averla accudita per molti anni. Poi la madre di Lily aveva sposato Terrence Ray, che a quei tempi era un uomo diverso, era appena tornato dalla guerra, era coraggioso e trattava Deborah come una principessa. Tutto questo era cambiato dopo pochi mesi e quando lui la chiese in sposa lei lo respinse, ma fu costretta a sposarlo perché intanto era rimasta incinta di Lily. Dopo pochi mesi nacque una bimba bellissima e la madre sembrava aver riacquistato il buon umore. Passarono 3 anni e Deborah decise di lasciare T-Ray, chiese di essere ospitata nella casa rosa dalle tre sorelle, ma quando August la andò a prendere alla stazione delle corriere era smagrita, pallida e sola, senza Lily.
August ha smesso di raccontare, Lily è sconvolta; sua madre l’aveva abbandonata davvero. Posso sentire l’odio crescere in lei per quella madre snaturata. Ma August ricomincia a raccontare. Deborah non mangiava, il medico l’aveva considerata pazza, ma non era pazza, era depressa. Depressa di vivere con un uomo che non amava in una fattoria lontana da tutti, e quando si è depressi si fanno cose che non si farebbero normalmente. Dopo tre mesi trascorsi dalle sorelle Deborah cominciava a sentire il bisogno di ritornare a prendere Lily per tornare da August insieme. Qui la storia di August terminava e riprendeva invece quella che Lily conosceva sin da bambina. Deborah era tornata a prendere Lily e mentre faceva le valige era stata sorpresa da T-Ray, aveva estratto una pistola da un armadio per difendersi da lui ma questa era caduta e Lily l’aveva raccolta… Tutti commettono errori, senza eccezioni. Anche sua madre aveva commesso un errore terribile, ma aveva cercato di rimediare.
Sono passati alcuni giorni e Lily e io siamo sedute in soggiorno da sole, bussano alla porta. T-Ray è sulla soglia, alla vista di Lily comincia a sbraitare di volerla riportare a casa con le buone o con le cattive “Deborah” dice “non mi lascerai un’altra volta”. Strabuzzo gli occhi, come l’ha chiamata? Deborah? Pensa che Lily sia sua moglie, è impazzito! L’ha presa per i capelli e armeggia con un coltello. Ho paura, dove sono August e le altre? Come se le avessi chiamate entrano nella stanza August e Rosaleen assieme ad altre amiche, tutte donne, di colore, schierate in fila, legate da una forte amicizia, quasi fossero tutte sorelle. Lily e io ci uniamo a loro, vicine siamo più coraggiose. “Signore farebbe un piacere a Lily e a tutte noi se la lasciasse qui. Le vogliamo bene e ci prenderemo cura di lei” dice August alla mia destra giunonica, determinata e risoluta. Siamo tutte pronte a combattere per Lily, ma inaspettatamente T-Ray sospira “Che liberazione!” e corre fuori dalla casa imboccando il vialetto con la sua macchina. Lily è salva e ha la possibilità di vivere felice insieme a queste mamme, insieme a Zach.
Chiudo il libro con un gesto lento, provo sempre un pizzico di tristezza quando un racconto così coinvolgente finisce. Come se non potessi più vedere i miei nuovi amici, protagonisti di un romanzo, dopo aver chiuso il libro. Immagino Lily che sorride di questa idea sciocca, la sento allontanarsi da me pian piano. Sto tornando in me, ma sono certa che lei, Rosaleen, August e tutti gli altri non scompariranno per sempre. Saranno tutti sempre lì, ad aspettarmi non appena riaprirò La vita segreta delle api. Mi asciugo le lacrime che sono scivolate incessantemente dagli occhi nelle ultime trenta pagine. Sono sempre la solita; piango per tutto, anche per le sciocchezze, per i dolori che non mi appartengono, per il lieto fine, per l’amore che trionfa sul male, per la bellezza di un capolavoro.
In fondo sono una donna anch’io, come le protagoniste di questo romanzo. Siamo tutte donne; sensibili, emotive, un po’ pazze, fragili in un certo senso, ma forti, determinate, impavide e capaci di amare con tutto il nostro cuore.
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