Un'esperienza di lettura
Carissimo William,
vi prego di perdonare questa mia eccessiva confidenza nei vostri confronti: mio malgrado non posso farne a meno, in quanto voi fate parte della mia giovane esistenza ormai da parecchi anni.
Sapeste quanto e quanto sovente i miei occhi si sono lasciati inebriare dai vostri versi! Sapeste quanti brividi hanno suscitato al mio corpo e alla mia anima i vostri splendidi e insuperabili capolavori!
Tra essi ve ne è uno in particolare verso il quale provo non solo l'ammirazione che gli è dovuta, bensì un sentimento di gran lunga più elevato che va al di là del semplice diletto: esso mi delizia al punto tale che il semplice ricordo delle parole lette fa sì che nel mio ego si scateni una tempesta di emozioni indescrivibili oltre che inquantificabili. Sto parlando dell' Amleto, la tragedia più toccante di tutti i tempi.
Di punto in bianco ho deciso di scrivervi un'epistola poiché avvertivo il bisogno immane di
condividere con qualcuno che fosse in grado di comprendermi pienamente i moti avuti dal mio cuore il primo istante in cui il mio sguardo, posandosi dolcemente su quelle pagine mi ha permesso di intraprendere un lungo ed indimenticabile viaggio alla volta della Danimarca. Quando affermo di aver compiuto un viaggio sia nel tempo sia nello spazio non faccio che sottolineare la mia immensa stima nei vostri riguardi e la mia smisurata venerazione in quelli del vostro stile sublime e della vostra capacità descrittiva.
Ditemi, come avete fatto a dare vita ad un'opera simile? Donde avete tratto ispirazione? In che maniera siete riuscito a costruire i vari intrecci, ma soprattutto a realizzare un'idea così brillante?
Non esiste una sola pagina che non sia degna di lode, poiché tutto è studiato nei minimi particolari, tutto denota un lavoro minuziosissimo e fa trasparire il vostro genio creativo. Probabilmente se provassi a dirvi quali sono gli atti che prediligo correrei il rischio di riportare su questi fogli ogni singolo vocabolo scritto per mano vostra, ma ciò non avrebbe senso e forse in tal modo riuscirei soltanto a farvi intuire in modo assai vago quanto mi ha appassionato la storia del principe danese sia a livello formale sia a livello contenutistico. Ho quasi paura di commentare il vostro lavoro, in quanto non vorrei assolutamente sminuirlo: sento che l'unico modo per esaltare la vostra grandezza consiste nel contemplarla in silenzio. A questo proposito quando leggevo l' Amleto sottolineavo con una matita i pensieri che mi lasciavano estasiata, li rileggevo fino ad impararli a memoria ed in seguito li trascrivevo sul mio diario o su dei foglietti da mettere in vista sulle mensole della mia stanza e da leggere quotidianamente. Avrei voluto che tutti potessero vedere ciò che avete scritto, lodarvi e apprezzarvi almeno la metà di quanto vi lodo e vi apprezzo io. Avrei voluto imprimere nella mia mente tutta quanta l'opera per poi recitarla, ma più di ogni altra cosa avrei voluto e vorrei tuttora possedere la vostra dote, una dote d'inestimabile valore. Siete il mio ideale: io adoro scrivere, lo faccio in continuazione, ma non riesco a creare metafore meravigliose come le vostre né vicende singolari o episodi paralleli che si intrecciano e si sovrappongono con un'armonia incredibile.
Ogni vostro personaggio ha una personalità ben distinta ed ognuno di loro grazie alle azioni che compie ed ai discorsi che pronuncia arricchisce il mio essere; sapete, voi siete riuscito a farmi innamorare del principe Amleto. Fin dall'inizio, dacché egli parla con suo zio Claudio ho condiviso i suoi sentimenti: mi sembrava di averlo di fronte a me e di vedere i suoi occhioni pieni di lacrime ed il suo sguardo traboccante di dolore. Anche io ho pianto con lui, anche io sono rabbrividita all'apparizione dello spirito di suo padre ed ho appreso con orrore la rivelazione dell'assassinio del re e del tradimento della regina.
E come è ben articolata la vendetta del protagonista: la sua bravura nel fingersi pazzo è mostruosa tanto quanto lo è la sua lucidità di pensiero. Egli riesce a calcolare tutto nei minimi dettagli e addirittura, in seguito ad un'attentissima indagine psicologica a far sì che il colpevole si tradisca da solo. Amleto non perde l'equilibrio nemmeno per un attimo, fino all'ultima scena si mantiene costante e coerente con quello che è il suo personaggio e proprio per tale motivo diviene il fulcro attorno al quale si muovono gli altri e ruota la tragedia stessa.
Un ulteriore aspetto che mi ha colpito facendomi però commuovere è quello concernente l'amore dello stesso Amleto verso la bella Ofelia: la poesia che le dedica, ad esempio, è qualcosa di trascendentale; per non parlare del momento in cui affronta Laerte (durante la cerimonia funebre della fanciulla) confessando finalmente quanto egli l'amasse.
Amleto a parte, tutti quelli che si esprimono adoperando i pensieri usciti dal vostro magico pennino dicono cose degne di profonde riflessioni. Basti pensare alle raccomandazioni che Polonio fa a suo figlio poco prima che quest'ultimo lasci il paese o al rimorso della regina Gertrude una volta pentitasi delle sue turpi e deplorevoli azioni. Potrei citare altri innumerevoli esempi, ma a quel punto forse correrei il rischio di annoiarvi...
Eh sì! Nessun complimento, nessuna lode potrà mai esaltarvi tanto quanto meritate; parlo di voi e con voi come se foste ancora in vita, perché per me voi siete vivo più che mai! Il vostro spirito aleggia nelle vostre opere e nei vostri sonetti e probabilmente è proprio da esso che mi sento tanto attratta.
Sovente mi domando come sia possibile che un essere mortale abbia avuto la facoltà di scrivere un'opera teatrale (perdonatemi se la cito come unico esempio, ma se dovessi soffermarmi anche sulle altre mi toccherebbe dedicarvi un intero poema anziché una lettera!) così toccante e così ad effetto.
La vostra maestosità consiste principalmente nella straordinaria capacità di prendere per mano colui che ha la fortuna ed il privilegio di posare gli occhi su un vostro lavoro e trasportarlo nel mondo da voi descritto, in un tempo lontano, in un altro paese, tra individui inizialmente sconosciuti. Una vostra parola rende mille e mille volte di più di un'immagine, poiché in essa ve ne sono racchiuse infinite.
Sapete, dopo l'ultima frase pronunciata dal giovane principe prima di spirare, sono scoppiata a piangere: la sua vicenda mi ha coinvolto notevolmente...
Ora non mi rimane che ringraziarvi per avermi donato tutte queste sensazioni e per avermi reso partecipe di una realtà completamente differente dalla mia. Grazie!
Non mi stancherò mai di rileggere l' Amleto, perché ogni volta in parte è come se affrontassi il testo per la prima volta, in parte è come se lettura dopo lettura riuscissi a cogliere nuovi aspetti della narrazione e a calarmi totalmente nella vostra tragedia. Grazie per la preziosissima eredità che avete lasciato ai vostri posteri.
Il mio amore e la mia ammirazione nei vostri confronti si moltiplicano di giorno in giorno; siete costantemente nei miei pensieri ed il mio desiderio più grande sarebbe quello di rendervi al corrente di tutto ciò...
Sempre vostra,
con estremo affetto e dedizione.
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