Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
15ª edizione - (2012)

La carta da parati - una storia breve
di Andrea Giulia Ferrario
Primo premio

Viola Barker è una donna sola, ma non si può dire che lo sia sempre stata.
Tutte le cose, in verità, hanno di solito un passato che non conosciamo e che le ha rese quello che sono, fino a quando quello che sono non diventa quello che saranno.
È un circolo vizioso instancabile e macchinoso, che ha fine solo nel momento in cui le cose trovano un loro compimento.
Non troppo tempo fa, difficile stabilire quanto tempo fosse realmente trascorso da allora, Viola Barker viveva nello Yorkshire, in un grigio paesino dove tutti conoscono tutti e non v’è libellula che possa posarsi sullo stelo di un fiore senza che la cosa non abbia fatto il giro di quasi tutte le bocche prima del tramonto.
Viveva in un piccolo cottage, di quelli tipici inglesi, con la carta da parati gialla a fiori. E quella carta era proprio in tutte le stanze; nell’ingresso, in cucina, nel salotto, nella sala da pranzo, nella camera da letto, nel bagno, ma il fatto curioso è che su quella distesa di carta gialla, ormai sbiadita da tempo, c’erano tanti tipi di fiori diversi, ma non la viola.
C’erano la margherita, il tulipano, il girasole; c’erano il papavero, la rosa, l’ortensia.
C’erano anche le campanelle, ma niente viole.
Era così che Viola Barker l’aveva voluta ed era stata molto attenta nel sceglierla, controllando accuratamente che non vi fosse finita dentro, per sbaglio, una viola, anche piccina.
Viola Barker desiderava una carta da parati che le ricordasse tutte le vite che avrebbe potuto vivere e che per lei non sono state, tutte le vite che sono e che avrebbe potuto vivere.
Ogni mattina, quando metteva i piedi fuori dal letto, Viola Barker guardava con nostalgia quel tulipano sopra la toeletta.
Guardava con nostalgia quella margherita accanto alla finestra, quando si coricava nel letto, ogni sera.
Viola Barker conduceva una vita tranquilla e senza troppi affanni. Aveva degli amici che frequentava abitualmente e un lavoro da contabile in città.
Viola Barker non aveva qualche talento o inclinazione particolare nel quale si distingueva e non amava farsi notare. Avresti detto che era di un’indole piatta, come il mare quando è calmo e la marea è bassa; nessuno avrebbe mai potuto immaginare che dietro a quel suo viso così pacato, così anonimo, il suo mare era in balia di venti turbinosi e turbolenti.
Fu in un giorno qualunque che la vita di Viola Barker non cambiò. Fu in un compleanno qualunque che la vita di Viola Barker sarebbe potuta cambiare radicalmente. Mentre tornava da una serata, che si sarebbe potuta definire diversa dal solito, passata in compagnia degli amici, inciampò su qualcosa e quasi cadde.
Il primo suo pensiero fu: “chi è così sciocco da lasciare un mattone per strada?”. Non l’avresti detto, ma il primo suo pensiero fu proprio quello. Si chinò a osservare meglio quel pesante pezzo di cemento e si accorse che non era un mattone, ma un libro. La cosa che l’aveva fatta cadere era un libro. Normalmente Viola Barker l’avrebbe lasciato lì dove si trovava, ma per una qualche strana ragione, lo raccolse. Quella sera, prima di andare a dormire, lo depose in un cassetto del comodino in camera da letto.
Viola Barker non lo sapeva, ma quello era un libro sul perdersi e poi ritrovarsi.
Il giorno dopo andò in città a sbrigare alcune commissioni.
Viola Barker non lo sapeva, ma quello era un libro sul ritrovamento della Fede.
La settimana successiva passò in fretta, non ebbe tempo di aprire il cassetto e leggere un certo libro.
Viola Barker non lo sapeva, ma quello era un libro su come in ogni situazione della vita è possibile trarne fuori del bello e del meno bello.
Passò un mese intero senza che un certo libro venisse aperto.
Viola Barker non lo sapeva, ma quella era un libro su come non esistono uomini buoni e uomini cattivi, ma solo azioni giuste e azioni non giuste.
Passarono gli anni e la memoria di un certo libro venne dimenticata insieme a esso nel cassetto del comodino della camera da letto.
Viola Barker non lo sapeva, ma quello era un libro sulla solitudine e sulla forza dello spirito. Arrivò il giorno in cui andò in pensione, fu anche il giorno in cui non mise più piede in città.
Viola Barker non lo sapeva, ma quello era un libro su come è difficile godere della felicità quando questa bussa alla nostra porta.
Viola Barker visse tutti i suoi giorni senza viverli veramente. Non fu mai in grado di far emergere la tempesta che aveva dentro di sé.
Viola Barker avrebbe potuto salvarsi, se solo avesse voluto. Avrebbe potuto leggere quel libro.
Avrebbe potuto salvarsi, se solo avesse voluto. Ma aveva scelto una carta da parati a fiori dove non c’erano le viole.
Avrebbe potuto leggere e scoprire la vita e le strane sorprendenti avventure di un marinaio di York e vivere i suoi giorni, se non tutti, almeno in parte, con molta meno nostalgia.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010