Formiche
Tempo addietro vidi, ai bordi di un marciapiede, tanti piccoli puntini neri in movimento. Erano semplici formiche. Mi avvicinai, preso dalla solita insensata curiosità tipica dei bambini, e mi misi a scrutarle. Certo, io non sono un bambino, ma quella voglia di scoprire e capire le cose mi è rimasta anche crescendo. So che è una cosa da idioti, ma a me è rimasta, e non posso farci nulla. Magari in classe, non riesco a stare attento per più di mezz’ora, ma se vedo qualcosa che mi interessa, mi ci fiondo e incomincio a fissarla, potete giurarci. Avvicinai il viso a quel caotico insieme di zampette e testoline nere.
“Diamine” pensai, guardando quanto erano ordinate andandole a vedere da vicino. Da lontano sembravano semplicemente una scomposta chiazza nera di orribili insetti, ma invece a vederle da vicino erano fantastiche. Ognuna di quelle piccole formichine prendeva una briciola e la andava ad accumulare chissà dove sotto terra, passando attraverso una fessura sotto il marciapiede, con un ordine e una coordinazione spaventosa. Nulla di nuovo certo, lo fanno da sempre. Nulla di che, semplicemente raccoglievano briciole e le accumulavano. Il gesto non era nulla di speciale, era invece il ragionamento dietro al loro comportamento a lasciarmi spiazzato.
- Come fanno tanti esserini del genere a mettersi d’accordo fra loro? - pensai.
Me ne stavo lì, piegato sulle ginocchia, a fissare quelle formiche, pervaso dalle domande.
Non riuscivo a capire perché fossero così ingenue da accumulare per qualcun altro le briciole che potevano benissimo raccogliere ognuna solo per sé.
C’era qualcosa in quel modo di fare, che mi sembrava talmente fuori dal nostro modo di pensare, che minacciò il mio pensiero verso gli adulti, verso il mondo, verso tutto quanto. Era ambizione, ecco cos’era a muoverle. Fra loro non esisteva egoismo, solo ambizione.
- Perché ogni formica non si prende la sua parte di briciole e scappa? - pensai.
Non potei fare altro che cominciare a pensare che forse eravamo noi a sbagliare. Forse l’egoismo non era la soluzione giusta.
Quelle piccole formiche riuscivano a pensare più in grande di noi esseri umani. Diamine, è qualcosa di spaventoso. Noi a malapena riusciamo a badare a noi stessi, invece loro riescono a pensare al bene comune. Sanno che provvedere solo per se stessi è sconveniente, sanno che è meglio stare uniti, sanno che ciò che è meglio fare è mettere da parte l’egoismo.
Ora, io non sono così interessato ai dibattiti politici e a cose simili però, cavolo, se riescono ad andare d’accordo le formiche non deve essere così complicato.
Eppure, esistono persone che non riescono a vedere un obbiettivo comune. Non riescono davvero a capire che gettare una lattina in un fiume è controproducente o che lottare per avere sempre più degli altri è da stupidi.
Certo, il nostro mondo è governato da leggi che ci tutelano, ma quanto sono effettivamente efficaci se poi ognuno pensa per sé?
Io non sono un ragazzo molto intelligente e non mi ritengo migliore di altri, ed è proprio il fatto che ci sia arrivato io e non gli altri che mi spaventa.
Il nostro passato è costellato di filosofi, pensatori geniali e grandi artisti, e nonostante questo sembra che le persone siano rimaste indietro.
Continuavo a starmene lì, rannicchiato sulle mie gambe a guardare quelle formiche, e tutti questi pensieri mi frullavano per la testa. Soprattutto, immaginavo a come avremmo reagito noi di fronte a questa situazione. Probabilmente, di fronte a una mollica di pane, se fossimo state noi le formiche, avremmo incominciato ad aggredirci a vicenda, senza accorgerci che mordere e prendere a zampate le altre formiche era davvero inutile.
Il sole mi coceva la testa, e l’urticante chioma di capelli che ho sempre avuto cominciava a snervarmi. Tutti quei capelli facevano una sorta di effetto serra sulla mia testa, e io impazzivo dal caldo. Diamine, non potete immaginare quanto in quel momento avrei voluto radermi a zero, diventare minuscolo e tutto nero, e aiutare quelle formichine ad accumulare briciole di pane chissà dove.
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