Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
14ª edizione - (2011)

Solitudine pomeridiana: strani incontri al tramonto

Siamo qui, chiusi in un angusto bar.
La cameriera, gentile, ci porge con le sue mani paffute e irruvidite dal lavoro altre due tazze di tè, sfoggiando un sorriso consumato.
Di fronte a me vedo il viso di Charles Dickens, scarsamente illuminato dalla sghemba lampadina impolverata accesa sopra il nostro tavolo.
- Buongiorno signor Dickens, vogliamo iniziare subito?
- Naturalmente, ma mi sentirei più a mio agio se ci dessimo del tu. Comunque, ti prego di domandarmi ciò che più desideri senza troppo riserbo né pudore… Siamo troppo circondati da pudore intellettuale, ultimamente…
- Bene. Vorrei subito iniziare a parlare del tuo romanzo, Tempi Difficili. Puoi spiegare ai lettori le circostanze in cui è nato?
- Be’, per me erano letteralmente tempi difficili. Avevo un giornale ma le sue vendite erano parecchio calate. Pochi soldi per mangiare e permettermi quei piccoli lussi che adoro. Pensai quindi a una… diciamo mossa commerciale.
- Mossa commerciale?! Ti pensavo più come un uomo dedito alla Musa e non ai beni terreni…
- Sì, ma anche gli artisti ispirati devono pur mangiare. Comunque sia, lo pubblicai come romanzo a puntate per incatenare, diciamo, i pochi lettori che mi erano rimasti. Naturalmente usai la buona occasione per parlare di alcuni temi che mi avevano parecchio sconvolto.
- Cioè?
- Condizione operaia. Avevo di recente visitato un quartiere dormitorio vicino a Manchester, per operai appunto. Questo mi ha ispirato Coketown, ovviamente. Vidi lì il lato selvaggio dell’uomo. Reputo la costrizione alla denaturazione dell’essere qualcosa di orribile.
- Spiegati più concretamente… non siamo tanto abituati alla filosofia di questi tempi.
- Intendo proprio questo: nella nostra società siamo troppo abituati a guardare solo al risultato, alla materia. Non è questione di filosofia in sé, ma di immaginazione piuttosto. Lo spiego bene in questo mio libro. Se ci hai fatto caso solo Sissy, la bimba strana e fantasiosa, che tutti mirano solo a reprimere, risulta una “vincitrice”. E, oltretutto, la condizione operaia per me identifica e amplifica questa tendenza sociale.
- Come, se posso permettermi?
- La prospettiva di lavorare nove ore al dì, in mezzo al buio, per una paga misera già è abbastanza per annichilire. In più, i sindacati. Non poter avere diritti a meno che non si accetti di aderire appieno alle idee e alle direttive di qualcun altro. Magari, corrotto. Capisci l’errore di fondo? Obbligare all’uguaglianza ideologica è denaturare l’attività principale dell’uomo, cioè il pensiero critico. Volendo si può dire anche l’immaginazione. O il punto di vista. Insomma, penso che tu mi abbia capito a sufficienza…
Charles abbassa la testa con mestizia e beve un lungo sorso di tè.
Interminabile.
Sembra pian piano sparire sotto i miei occhi… A ogni secondo che passa perde spessore, invecchia.
Sbatto le palpebre e sono solo, al tavolo dell’angusto bar.
Sarebbe stato bello parlargli davvero, penso mentre scorro le dita sulla copertina lisa di Tempi Difficili.
Una luce al neon crepita sconsolata sul soffitto.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010