Madame Bovary -Parigi- 1856
Immaginate una donna disegnata su carta, che diventa reale: una donna in carne ed ossa, appartiene ad un'epoca lontana, indossa vestiti lunghi e pomposi, cappelli larghi in velluto con pizzi e veli; noi certo la vediamo così, ma non importa perché potrebbe indossare un paio di jeans e confondersi tra le donne di questi anni, all'alba del Duemila. Madame Bovary, si muove all'interno del romanzo di Flaubert e non è semplicemente descritta, Emma è disegnata, studiata tratto per tratto, come se l'autore si fosse improvvisato pittore: l'ha dipinta all'interno di un quadro nitido, dai colori vivaci e nello stesso tempo, candidi e sfumati. Leggere Madame Bovary significa soffermarsi a guardare questo dipinto, ricco di particolari che comunicano sensazioni diverse a seconda di cosa si stia osservando, del quadro, in un determinato momento: lo sfondo è nero, Emma si muove e vive in un contesto dominato da una società moralista, cinica e bigotta, pronta a giudicare gli errori altrui, una società che non dava neppure la completa libertà di parola e di espressione ad un uomo, cosa poteva offrire ad una giovane donna? La curiosità, la prontezza di spirito, l'intelligenza, la voglia di conoscere e di apprendere non venivano considerate qualità o pregi; una ragazza era esclusivamente destinata al matrimonio, che risultasse più decoroso possibile, allora quali diventavano le doti più acclamate per una donna? Essere dedita ai lavori domestici. Una donna che cercava di farsi una cultura, anche solo leggendo ed informandosi, veniva giudicata 'avere i grilli per la testa', perché? Perché se ragioni con la tua testa, vuoi agire di conseguenza, seguendo il tuo giudizio autonomamente, ed una donna, in quel tipo di società (e non solo in quella purtroppo), non poteva pretendere di agire autonomamente e se lo faceva, era a suo rischio e pericolo; così, anche la nostra eroina è sposata, con un medico, in verità molto innamorato di lei, ma che non riuscirà mai a capire pienamente tutti gli stati d'animo che la sua donna ha provato nei vari momenti della loro vita matrimoniale, specie in quelli di crisi.
Passiamo ad esaminare il soggetto vero e proprio di questo ritratto: Emma, che ha uno sguardo in cui possiamo scorgere romanticismo, voglia di vivere passioni intense, curiosità di affacciarsi su di una vita piena di sorprese, e dopo? Dopo: incertezza, delusione, irrequietudine e voglia di evadere da una vita nella quale vi era solo piattezza, questa frase basta per esprimere il concetto: Ma come esprimere un disagio inafferrabile, che cambia aspetto come le nuvole e che turbina come il vento? Le mancavano certo le parole, l'occasione, il coraggio.
Emma rimane delusa dal suo matrimonio, sognava che l'amore provato inizialmente per Charles durasse per sempre, mentre ben presto, venne soffocato dalla quotidianità, dall'abitudine: Charles, la credeva felice, mentre lei gli serbava rancore per quella calma così posata, per quella serena pesantezza e perfino per la felicità che lei gli procurava
Mi chiedo, se si possa davvero provare rancore per la persona che ci vive accanto, con la quale si è deciso di passare l'esistenza? Probabilmente è così, anche se l'amore vero non si ferma davanti a quesiti di questo genere.
Il romanticismo di Madame Bovary è stato anche definito "da romanzetto rosa", io ribatto scrivendo che il romanticismo allo stato puro giova ad una società come quella di Madame Bovary, come alla nostra, del resto: oggi, come allora, i romantici rischiano di condurre le loro esistenze accumulando delusioni su delusioni, Madame Bovary arriverà al punto di togliersi la vita, la sua morte sarà lenta ed atroce, ma cosa le si può rimproverare? Ad un certo punto della sua vita, ha deciso di spezzare le sbarre della gabbia in cui era rinchiusa, ha scelto la via dell'adulterio, ma quante donne (ed anche uomini, s'intende) decidono tuttora di seguire le ragioni del cuore? Certo, in una società come quella della signora Bovary è senza dubbio stata una scelta coraggiosa e, del resto, quale altra ne aveva? Una donna non possedeva strumenti per ribellarsi, se non il proprio coraggio.
La cosa che mi sorprende ogni volta, nell'osservare questo ritratto, è lo sguardo acceso, scintillante di questa dama, nei momenti veramente vissuti e, spento, invece, nella maggior parte del tempo: perché è uno sguardo che funge da specchio della sua vita, che ne constata la decadenza; ogni tratto è marcato con sì tanta abilità da fare in modo che un particolare risulti chiaro all'occhio e, immediatamente dopo, risulti anche il suo contrario, come in questa frase (mentre la leggete figuratevi il quadro): Se, nello splendore della sua bellezza, prima che il matrimonio la insudiciasse e l'adulterio la disilludesse, avesse potuto affidare la sua vita a un grande cuore generoso, allora la virtù, la tenerezza, la voluttà e il dovere sarebbero stati una cosa sola e lei mai sarebbe scesa da una così alta felicità. Ma quella felicità era solo una menzogna escogitata per ingannare ogni desiderio. Ora conosceva la miseria delle passioni che l'arte nobilitava.
Insoddisfazione generale, manifestata attraverso sembianze di crisi nervose, di panico, in realtà i moti interiori che tormentavano Emma erano dovuti a ben altri motivi che il lettore, d'altro canto, conosce da subito: l'unico a non essersene accorto sembrava soltanto essere Charles, che anche una volta morta la moglie, non solo non riesce ad accettare l'idea che lei avesse potuto tradirlo, ma anche l'idea che i tormenti che affliggevano Emma derivassero dall'infelicità di lei all'interno della loro relazione affettiva; la frase: Emma lo corrompeva dalla tomba, che citò lo stesso autore del romanzo, indica questo atteggiamento di Charles, che fino alla sua stessa morte, alla fine del romanzo, rifiuta l'idea di qualsiasi sospetto nei confronti della moglie. Madame Bovary è il soggetto unico di questo quadro, Charles è il personaggio che appare parallelo alla figura di lei, ma non è presente all'interno del quadro, come del resto anche i due amanti di Emma, che in qualche modo, riesce a rendere satelliti ruotanti attorno alla sua figura, tutti i suoi uomini. L'unico difetto che potremmo notare nella persona di Emma, è forse la sua troppo ostentata ricchezza, non disdegnava gli oggetti di valore ed il lusso in generale, questa frase è importante perché sottolinea questa sua particolare attitudine: Si ricordò di tutte le sue aspirazioni al lusso, di tutte le privazioni della sua anima, delle bassezze del matrimonio, della casa, dei suoi sogni che cadevano nel fango come rondini ferite, di tutto quello che aveva desiderato, di tutto ciò che si era negata, di tutto quello che avrebbe potuto avere! E perché, perché?...
Può poi sembrare un ragionamento cinico quando, successivamente, il periodo così si conclude: "Aveva fatto degli sforzi per amarlo, e si era pentita, piangendo, per aver ceduto ad un altro", ma non dobbiamo farci ingannare, è abbastanza comune nell'uomo il fascino per il lusso, che in un contesto particolare può portare a questo genere di ragionamenti, anche se non può giustificare, ad esempio, l'ammontare esorbitante dei debiti della signora Bovary; i due grandi tormenti della sua esistenza furono proprio questi: l'adulterio e il sogno di vivere una vita agiata, nel benessere assoluto.
Ciò che voglio sottolineare, oltre alla grandissima capacità che ha avuto Flaubert nell' inventare il personaggio di Madame Bovary, è che sono convinta esista, dentro ogni donna, una Madame Bovary: Emma è autentica, la sua incapacità di adattarsi alla quotidianità si identifica con quella provata da molte donne e, più in generale, viene vissuta come la tragedia della condizione femminile nel corso della storia.
Anche Emma aveva le sue eroine di carta, protagoniste di romanzi d'amore, le cui vite si contrapponevano alla routine quotidiana, che invece soffocava così pesantemente la sua vita matrimoniale, da cui si era aspettata molto e che l'aveva delusa in modo altrettanto devastante: il suo temperamento idealista e passionale prevarrà, facendo comparire (alternandole) inquietudini interiori che la tormenteranno fino all'ora della morte. Prima (nell'Ottocento), come ora (quasi nel Duemila), i sentimenti, le passioni, le angosce e le incertezze provate da Emma, rivivono in ogni donna, soffocate o più evidenti, sono comunque le stesse. Suggerirei a chi non lo ha ancora fatto, di cimentarsi nella lettura di questo romanzo, affrontandola come si avesse di fronte il quadro di cui vi ho accennato. La lettura sprigiona la fantasia ed è proprio questo il pregio, indescrivibile a parole, che la contraddistingue; nessuno ha mai visto questo prezioso dipinto che porta il titolo: Madame Bovary-Parigi-1856, nonostante ciò, si sa della sua esistenza e c'è un modo per vederlo: iniziate il romanzo e se, alla fine, Emma vi avrà affascinati a tal punto da rapire tutti i vostri sensi e vi avrà condotto con lei, nei suoi luoghi preferiti, come all'interno dei suoi stati d'animo, a questo punto, vedrete il quadro, proprio lì, davanti a voi, in tutto il suo splendore. È l'unico ritratto di Emma, uno spettacolo davvero imperdibile!!!
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