Cathy
È stata colpa tua. Non mi convincerai del contrario, Cathy. Non ho una parola di conforto per te: non sono stato io a spezzare il tuo cuore, ma tu stessa, lo sai. Non avevi nessun diritto di morire, nessuno. Lo sapevi, lo sapevi che avresti ucciso anche me: i miei dolori, tu li hai tutti indovinati e sentiti fin dal principio. Fin da bambini, avevamo compreso che non erano che i corpi a separare la nostra anima, la nostra unica anima, indomita e selvaggia. Creatura malvagia! Quell'anima, tu me l'hai consciamente recisa. Credi davvero che io possa perdonarti? Solo perché ti ho sempre assolta? Ma, angelo mio, in vita non eri che il mio carnefice; ora, invece, sei l'assassina del mio amore. Questo, questo non posso perdonarti. Non avrai la redenzione, nemmeno dopo la tua morte. Tu non riposerai in pace mentre io mi rigiro nei tormenti dell'inferno. Non posso permetterlo. Non avrai la pace eterna, Cathy, non l'hai meritata in vita, e tanto meno mentre morivi. Perfido, perfido amore mio! Come posso vivere con l'anima mia in una tomba? Se mai la mia parola avrà potere, io ti maledico, Catherine Earnshaw: possa tu non trovar mai riposo finché io vivo. Io ti condanno a vagare in questa landa, qui, con me. Con me, Cathy, in questo mondo, sotto qualunque forma, ma con me! So di esser stato trattato da te in modo infernale; pure, ho subito tutta la vita i tuoi soprusi, e con gioia, perché non posso non amare me stesso, anche se è la mia stessa mano a trafiggermi il cuore. Dicevi che non t'importava delle mie sofferenze: tanto più adesso, perseguitami, se davvero mi credi il tuo assassino; rendimi pazzo, se desideri, ma resta, resta con me. Sempre, sempre mi sono piegato ai tuoi capricci, ma adesso non cederò, non ti concederò l'assoluzione, né cercherò di seguirti. Tornerai da me, lo so, perché so che soffri quanto me, so che anche tu senti la voragine nel petto che ti dilania pezzo a pezzo, la voragine della mia assenza. E anche se sei molto più testarda di me, anche se non sopporti di arrenderti, anche se hai sempre vinto, so che tornerai da me, so che cederai, come anch'io ho ceduto, come anch'io sono tornato da te, devastato dalla tua mancanza. Sono tornato, Cathy, per vedere la finzione che avevi costruito in mia assenza, la vita che avevi improvvisato con un uomo nelle cui vene scorreva forse latte, o acqua gelata, ma non certo sangue caldo e vivo. Vedi quante ferite mi hai inflitto, quante sofferenze ho sopportato, mia splendida assassina? Sopportare di vederti vivere nella finzione, quando noi avevamo a disposizione la vita reale, lì, solo a un passo, nella brughiera arida che rifletteva il nostro spirito crudele e infantile. Siamo bambini, Cathy, bambini che si amano e che si fanno male, con cattiveria: tu, ragazzina capricciosa, viziata e testarda; io, trovatello feroce e insensibile. Non siamo mai cresciuti, né cambiati: due caratteri primitivi come i nostri, semplici, immutabili, spietati come la natura, sono incapaci di emozioni che non siano basilari e violente. Tu non sei mai stata una donna, così come non sei mai stata divisa da me: e guarda dove ci ha portato la tua ostinazione nel tradire il tuo stesso cuore. La sofferenza ti ha torturata, certo, ma è stata soprattutto la tua stizza, la tua ira nello scoprire che avevi sbagliato tutto, che ti eri precipitata nell'infelicità con le tue stesse mani, di tua piena volontà, quando nient'altro, fosse umano o divino, avrebbe potuto separarci, a devastare il tuo spirito. Ma ancora, ostinata bambina, hai voluto vendicarti della tua miseria, hai voluto vincere anche questa volta, ci hai punito uccidendo te stessa. Per questo ti odio, e ti maledico, e singhiozzo tra gli arbusti congelati della brughiera, e grido il tuo nome nel vento aspro che mi frusta la faccia, impietoso quanto te. Cathy! Non andare. Amore mio, non lasciare questo mondo, non lasciarmi in questo abisso, dove non ti posso trovare: mutilato, abbandonato, consapevole che al mondo non c'è più nulla da cercare, che al di fuori di me nulla più corrisponde, e definisce, e completa la mia anima. Cathy! Torna da me. Torna da me, e io ti seguirò, come ho sempre fatto: e quello sarà il mio Paradiso.
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