Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
1ª edizione - (1998)

Un'esperienza di lettura

Camminavo, lentamente su una strada che passo dopo passo sembrava diventare la strada.
Era un giorno come ce ne furono a migliaia, come spero ce ne saranno sempre.
Non so di preciso quando fosse, e forse ora poco importa, era un giorno, era il giorno in cui da solo presi quelle poche cose che pensavo potessero servirmi e mi misi in cammino.
Non so che strada fosse, mi domandai se non fosse la mia strada, non so che giorno fosse e mi chiesi se non fosse il mio giorno.
Camminavo e leggevo.
Con una allegria nel cuore, con un'inebriante leggerezza nello spirito, con una limpida lucidità nella mente.
Camminavo su quella strada di ciottoli e terra e mi tolsi le scarpe per poter sentire sotto la pianta del piede le forme della terra.
Mi sfilai la maglia affinché il mio corpo sentisse la carezza dei vento sulla pelle.
Pian piano si assopirono i rumori assordanti della città dalle mie orecchie cosicché poterono ascoltare le melodie che intonavano allegri gli uccelli nascosti tra gli alti labirinti di rami e foglie.
Caddero dagli occhi come castello di sabbia le immagini della noia, del cemento, delle luci al neon cosicché il mio sguardo si ubriacò di tutte le sfumature di colori che il giorno e la notte porgevano.
Le narici dimenticarono i gas e i terribili odori a cui prima ero assuefatto cosicché esse poterono sentire i profumi dei mille fiori che colorati nascevano in ogni ovunque lo sguardo si posasse.
Era bello addormentarsi al canto di uccelli dalle piume multicolori sdraiato su di un prato con uno stelo d'erba tra le labbra guardando le nuvole che si rincorrevano nell'azzurro del cielo.
E tutto era sopra di me e sembrava che nulla fosse dentro di me se non quelle nuvole.
Camminavo e leggevo.
Con una strana pienezza nel cuore, con un'inebriante libertà nello spirito, con una lucida saggezza nella mente.
Camminavo e leggevo.
E ogni tanto il mio cuore sussultava osservando la piena bellezza del mondo che mi circondava.
Camminavo e con ardore leggevo.
E ogni tanto il mio spirito si annegava nel rumoroso silenzio del bosco.
Camminavo e con chiarezza leggevo.
E spesso la mia mente diventava pozzo insaziabile di infinite conoscenze.
Paesaggi meravigliosi incontravo, boschi, colline, torrenti che mai di più imponenti, di più ricche, di più spumeggianti se n'erano visti.
Fiori profumati dai petali multicolori ornavano a ghirlande i bordi del sentiero.
Foglie di ogni dimensione, colore, lucentezza creavano giochi di luce sul riflesso del sole tra i rami di centenari alberi maestosi.
E in lontananza montagne grandi e massicce. Ghiacciai di sempiterne nevi candide sulle vette distanti formavano una lunga linea che conduceva verso l'infinito.
Animali di innata bellezza, di poderosa agilità, dagli armoniosi lineamenti sbucavano talvolta dal folto del bosco e a grandi balzi correvano su i prati brucando le zolle più verdi o le radici più succose.
E parole, pensieri, canzoni dentro di me sbocciavano come seme che nasce e splendido nel suo bocciuolo urla alla terra la vita e solo un albero ad ascoltarmi, solo un fiore a rispondermi e un'immagine, soltanto, per poter ricordare.
Arrivò un giorno e da in cima ad una tonda e rigogliosa collina le lacrime come gocce di umida mattutina rugiada rigarono il mio viso ormai ispido per il lungo peregrinare.
Maestoso e immenso, calmo e furente, lucente da rossaceo riflesso di tramonto fino ai confini del globo e poi oltre fino a dove l'immaginazione conduce: il mare.
Di flussi immensi marosi si alzano per volere di vento.
Volatili e vele aprono al soffio le bianche ali.
Lame di luce a spicchi tagliano il cielo dai mille colori.
Ogni cosa si illumina di calda e viva luce ai raggi del sole che nella celeste dimora compie il suo eterno moto.
E quando l'orizzonte si tinge di rosso e il cielo assume i più svariati colori tutto il mio essere si tende nello spasimante spettacolo che l'immensa sfera offre e con eguale tensione aspetto la notte prendere il sopravvento e le stelle salire sul palcoscenico del mondo, magnifiche e brillanti.
Basta allungare la mano per afferrarne a centinaia.
Guardavo di stelle un mare, di onde una cometa, mi cullavo nella tranquillità che in quel posto che si affaccia nella calma marina regnava sovrana.
Pensieri che come rondini si affacciavano alla mia mente. Parole che come onde si infrangevano contro la mia solitudine. Conoscenze che come stelle illuminavano il buio del mio spirito. Desideri che come valanghe schiantavano le mie insicurezze.
Colori che si fondevano con colori, sfumature che si perdevano nel vasto del mare, sensazioni si accavallavano a emozioni, emozioni che nascevano da ricordi, ricordi che nutrivano le loro radici su quella strada che ormai sembrava con sicurezza essere la strada.
Continuai a camminare e continuai a leggere.
Straripante gioia come fiume che scavalca i propri argini invadeva ogni parte di me.
E sentivo che in fondo all'anima, che nella profondità dei mio essere una conoscenza nuova e diversa veniva appresa.
Foglie e fiori costituivano caratteri.
Canzoni d'uccelli e brezze marine componevano versi,
boschi e prati formavano filastrocche,
onde e montagne possenti romanzi,
tramonti e stellate liriche poesie,
la natura intera un enorme libro in cui ogni sua parte è una lettera, ogni sua parte è una parola che essa regala in dono a colui che cammina sulla sua strada, tutto il suo insieme forma un linguaggio.
Camminavo e leggevo. Ma né di carta e libri avevo bisogno, ma solo di questo: dentro di me, la meraviglia per spingermi sempre un poco più avanti; intorno, ogni cosa per non stancarmi mai di per vedere, ascoltare, sentire; sotto, la terra per poter respirare la vita che palpita; sopra, le stelle per poter sognare godendo del tetto più bello sotto cui si possa dormire.
Camminavo e leggevo, leggevo il libro del mondo che in ogni luogo mi apriva una sua pagina e nulla di più mi serviva e nulla di più desideravo.
Quella strada, quel giorno.
Oggi mi domando se non fossero la mia strada, il mio giorno.
E sorrido.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010