Un nuovo studio
Mi voltai di nuovo. non ci credevo, era lui! Cercai di raggiungerlo il più velocemente possibile, ma a un tratto sparì nel nulla.
…
– Pronto!
– Buongiorno, sono V. T. e chiamo dalla Terra. Il centralino del Paradiso mi ha detto di attendere, ma… non so forse ho sbagliato, parlo col signor Luigi Pirandello?
– Sì sì, signorina, sono proprio io!
– Ah, meno male, mi scusi sa, ma è da un po' che provo a cercarla e non la trovo mai! L'ho vista l'altra sera al teatro Arcimboldi di Milano assistere a una delle sue opere teatrali più famose: Sei personaggi in cerca d'autore.
– Sì, sì, proprio così, qui in alto ogni tanto ci permettono qualche viaggetto lì di sotto… ma ero tutto incappucciato, complimenti per avermi riconosciuto!
– Come avrei potuto non riconoscerla, è un onore per me parlare con lei che ha rivoluzionato il teatro! Ho cercato di inseguirla, ma non l'ho raggiunta in tempo. Ha qualche minuto da dedicarmi?
– Certamente, mi fa sempre piacere parlare di queste cose, ho giusto qualche minuto di tempo. Qui sono sempre impegnato!
– Allora non perdiamo tempo… mi dica, come le è sembrata l'interpretazione da parte degli attori dei suoi personaggi?
– Guardi, per me è sempre una gioia rivedere le mie opere, soprattutto vederle apprezzate e oltretutto studiate! Come lei saprà bene, la prima volta che misi in scena i Sei personaggi, non fu un successone; suscitò molto sgomento tra il pubblico, che reclamò, chiedendo indietro il denaro dello spettacolo, lanciando oggetti e addirittura urlando: "Manicomio… manicomio!" Oh, come dimenticare quel momento. Ammetto che rimasi molto demoralizzato, ma poi capii il mio errore e introdussi una prefazione; sa, in questi casi l'autore ha bene in testa ciò che vuole ed è difficile talvolta trasmetterlo al pubblico.
– Sì, capisco perfettamente ciò che vuole dire ed è appunto questa la chiave centrale delle sue opere, dico bene?
– Benissimo signorina. La chiave è proprio quella di dare le coordinate per far capire il dramma dei personaggi nati nella mia mente, ma che vivono e sono reali! D'altronde anche I Promessi Sposi, nati nella mente del Manzoni sono reali, perché lui ce li ha raccontati. Nel mio caso, però, si tratta di teatro nel teatro. Sì, metateatro, si intende un nuovo studio del teatro, per essere più precisi: la volontà di rappresentare e vivere sul palco una vita autentica, in cui i personaggi, e non attori, abbiano caratteristiche costanti. Essi sono nati così e così rimarranno sempre; i personaggi sono tali perchè fissano la loro condizione in una forma di immutabilità. Noi viviamo continuamente modellati nel tempo, maturando, cambiando opinioni… loro no!
– Certo, come ad esempio la madre.
– Esatto, ognuno ha un suo ruolo fisso, uno schema logico; nel caso della madre essa rappresenta la maschera di dolore che trova una vana consonanza con la chiusa, incomunicabile sofferenza di ciascuno.
– Devo dire molto profonda e riflessiva come tematica…
– Ho deciso di dare molto spazio al tema del rapporto conflittuale fra attori e personaggi, l'incomunicabilità tra gli uomini e anche il mio rifiuto di rappresentare una storia. Insomma ho voluto, come si dice in questi casi, uscire dagli schemi.
"Valentina, Valentinaa…"
– Mi scusi, ma non sente anche lei una voce?
– No signorina, assolutamente. Pronto… pronto?
Mi svegliai di soprassalto e d'un tratto capii che la mia dolce intervista era stata un sogno. "Che strano", pensai, anche se era così reale. Oggi sarò interrogata in letteratura, sarà uno di quei sogni che faccio sempre prima di ogni interrogazione eppure sembrava quasi che Pirandello mi spiegasse, attraverso la mia mente, i passi della sua opera.
Mi affrettai a vestirmi, presi la macchina e andai a scuola con una emozione nel cuore, ripensando allo strano sogno di questa calda notte!
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